Und dies unabhängig davon, wie wir einzelnen Bürger die christliche Religion beurteilen mögen.
sabato 10 maggio 2025
Das C ist nicht mehr da
Und dies unabhängig davon, wie wir einzelnen Bürger die christliche Religion beurteilen mögen.
La C non c'è più
Il partito del nuovo cancelliere tedesco Friedrich Merz si chiama CDU, cioè Christlich Demokratische Union Deutschlands (Unione Cristiano-Democratica Tedesca), e il suo partito fratello bavarese CSU, cioè Christlich-Soziale Union in Bayern (Unione Cristiano-Sociale Bavarese).
Ve lo dico da ateo: guardate il programma di governo (e ancora più quello elettorale pre-voto) e guardate il catechismo della chiesa cattolica e i valori delle chiese protestanti... cioè di chi rappresenta (al di là del comportamento dei singoli e delle istituzioni) l'essere cristiani.
Bene, se li guardate capirete che quella C nel nome dei due partiti (soprattutto per quanto riguarda la CSU) è ormai solo vuota ipocrisia, nei fatti non c'è più.
E questo indipendentemente da come noi singoli cittadini possiamo giudicare la religione cristiana.
Saluti,
Mauro.
sabato 26 aprile 2025
Una foto iconica
Non è una foto storica, nel senso che - ovviamente - non la trovate ancora sui libri di storia.
Però è una foto iconica, una foto che in futuro affiancherà le foto di Willy Brandt in ginocchio a Varsavia, di JFK che dice "Ich bin ein Berliner", di Sandro Pertini nel comizio a Milano il 25 aprile 1945 e poche altre altrettanto iconiche.
La foto è questa:
Due uomini che sanno che quel che dicono può cambiare la storia (o almeno la cronaca) ma che sanno che comunque non sarà questo incontro a farlo.
Però questo incontro li ha avvicinati, se non umanamente almeno "professionalmente", e ciò influenzerà i futuri incontri ufficiali, sia diretti che delegati a rappresentanti plenipotenziari.
Ma un incontro così personale di sicuro non potrà piacere a Putin. Per fortuna.
giovedì 24 aprile 2025
Contro tutti i regimi... pur di non essere contro un regime
Una delle tre date più importanti della storia dell'Italia unita (le altre due sono il 2 giugno e il 20 settembre).
Però è anche vero che il 25 aprile riguarda l'Italia e non il mondo.
Per i regimi, per le dittature che vanno condannate ma che non hanno segnato l'Italia c'è sufficiente tempo negli altri 364 giorni dell'anno per parlarne e condannarle.
Ma non il 25 aprile: lì si deve parlare solo del regime che ha voluto rovinare l'Italia, altri regimi non devono avere spazio.
Il 25 aprile si parla di Italia!
Mischiare tutte le dittature e tutti i regimi che con l'Italia nulla hanno avuto a che fare in questo giorno significa solo sminuire, nascondere, negare quello che successe in Italia nel Ventennio e durante la Resistenza.
mercoledì 23 aprile 2025
domenica 20 aprile 2025
Twenty-Twenty
In italiano lo dico millenovecentosessantotto.
Ma in altre lingue per gli anni si usano forme particolari.
In tedesco, per esempio, dico neunzehnhundertachtundsechzig (cioè diciannovecentoesessantotto), e non eintausendneunhundertachtundsechzig, come invece farei per esempio per una somma di denaro o per un numero civico.
In inglese invece dico nineteen-sixtyeight (cioè diciannovesessantotto), e non one thousand nine hundred and sixtyeight.
Quindi regole facili da seguire e chiare a tutti.
Il massimo dell'uso di questa forma si è avuto l'anno dopo, nel 2021, con le ritardate Olimpiadi di Tokyo.
Ma a voi non fa schifo questa moda?
sabato 19 aprile 2025
Sherlock Holmes e i dazi
Ma noi non siamo qui per parlare di Karate Kid, bensì di Sherlock Holmes.
Sì, c'entra, c'entra con i dazi.
Ora capirete.
venerdì 18 aprile 2025
Trans-sport
Io non sono in grado di giudicare da un punto di vista giuridico la sentenza in quanto, al di là del non essere un giurista, non conosco a sufficienza la legge britannica per valutare.
Da un punto di vista biologico vi rimando a un lungo tweet di chi ne sa molto più di me (il bravissimo Ranieri Bizzarri).
Sì, da un punto di vista sportivo, ripartendo dalle Olimpiadi di Parigi dell'anno scorso.
Ricorderete tutti le polemiche relative alla partecipazione della pugile algerina Imane Khalif.
Ok, il suo "problema" era un altro, lei non è transgender, ma ai tempi come tale venne trattata (e qualcuno sostiene ancora che lo sia, ma vabbé).
Prima di andare avanti: è la mia opinione, non una definizione legale e/o scientifica. Quindi come tale prendetela e, se volete, commentatela.
Io non ho statistiche sottomano ma di sicuro la cosa è in parte dovuta al fatto che la transizione uomo->donna è più frequente della transizione donna->uomo.
Poi magari ci sono anche altre ragioni, non lo so.
Questo significa che un atleta transgender nato uomo e poi transito a donna sarà atleticamente svantaggiato rispetto a un atleta nato uomo e tale rimasto ma avvantaggiato rispetto a un'atleta nata donna e tale rimasta.
Quindi continuando a gareggiare tra gli uomini finirebbe (quasi) sempre ultimo e passando a gareggiare tra le donne finirebbe (quasi) sempre primo.
E nessuna delle due cose, siamo sinceri, apparirebbe molto sportiva.
E certi paesi diversamente democratici magari imporrebbero anche la transizione a qualche atleta per vincere più medaglie nello sport femminile (posso immaginare cosa farebbe oggi il sistema medico-sportivo della vecchia Germania Est se questa esistesse ancora).
Ecco, la mia opinione è prevedere nelle manifestazioni sportive (per lo meno in quelle di una certa importanza) tre e non due categorie.
Oggi ci sono le competizioni per uomini e quelle per donne.
Domani dovrebbero esserci le competizioni per uomini, quelle per donne e quelle per transgender.
A parte che anche lì i transgender partirebbero avvantaggiati, quindi torniamo al punto di partenza... gli sport paralimpici sono sport per persone con disabilità (che sia dovuta a malattia, genetica, incidente o che so io qui non conta). Gli atleti transgender sono invece persone normodotate, senza nessuna disabilità, quindi avvantaggiati o svantaggiati che siano, con quell'ambiente comunque non c'entrano.